sabato, Aprile 20, 2024
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Ambiente

Ambiente e rigenerazione urbana nel futuro dell’architettura

“Non si può non tenere in considerazione l’ambiente e una corretta rigenerazione urbana se si vuole progettare l’architettura del futuro”

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“ L’enciclica del pontefice, riguardante anche temi come l’ambiente e la rigenerazione urbana degli spazi, è’ per noi architetti” ha affermato Leopoldo Freyrie, presidente degli architetti italiani “un forte stimolo per continuare con un nuovo e  rinnovato impulso nelle nostre iniziative, nelle nostre azioni e nel nostro lavoro quotidiano; ci da ancora più forza nel prodigarci per la tutela e la valorizzazione delle bellezze dei paesaggi e dei territori, per la rigenerazione urbana delle nostre città e per renderle ancora più vivibili come luoghi di coesione sociale. Un impegno, dunque, per tornare a produrre bellezza”.

L’enciclica di Papa Francesco, è stata uno degli argomenti più discussi nella giornata d’apertura della “Festa dell’Architetto 2015”, di Carrara.

 “Anche da qui ribadiamo il nostro basta all’abbandono del patrimonio ambientale, al consumo forsennato di suolo e agli interventi invasivi sui nostri territori. Ciò non solo per far fronte e per dire basta al degrado ambientale ed alle sue implicazioni sociali, così come è rappresentato emblematicamente dalle condizioni delle nostre periferie, ma affinché  si dia linfa nuova a quei valori di legalità ed integrità morale che proprio quel degrado affossa e si affermi il senso umano dell’ecologia”.

Proprio la riflessione sulle politiche e sulle strategie per la rigenerazione urbana del territorio italiano e sul ruolo dell’architettura sempre più chiamata ad interpretare in modo etico ed estetico i bisogni dei cittadini, oltre che le emergenze urbane è stato il filo conduttore della “Festa dell’Architetto 2015” conclusasi sabato 20 giugno.

Ma cosa prevede in tema di ambiente e rigenerazione urbana l’ormai nota enciclica Laudato Sii ?

“Proteggere la casa comune”, controllando surriscaldamento climatico e altri danni ambientali, ma anche cambiare modello di sviluppo, per i “poveri”, e “per uno sviluppo sostenibile e integrale”, ad esempio sono solo alcuni dei punti toccati dal documento vaticano.

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