Appalti pubblici, svolta per i professionisti: anche gli architetti avranno l’anticipo (10%) sul contratto
Nel cuore del Decreto Infrastrutture 2025 arriva l’attesa svolta: anche ingegneri e architetti potranno richiedere un’anticipazione fino al 10% del contratto, garantendo liquidità immediata.

Nel panorama complesso degli appalti pubblici, arriva un’importante novità che interessa da vicino i professionisti tecnici: per la prima volta, anche ingegneri e architetti potranno accedere all’anticipazione del prezzo contrattuale, una misura finora riservata esclusivamente alle imprese. L’introduzione di questa possibilità, contenuta nel nuovo Decreto Infrastrutture, segna un passo avanti nella tutela economica delle prestazioni intellettuali, offrendo una risposta concreta alle richieste avanzate da tempo dalle principali associazioni di categoria. Pur con una percentuale ridotta rispetto a quella garantita alle imprese, la misura rappresenta un riconoscimento formale del ruolo centrale dei professionisti nei processi di progettazione delle opere pubbliche.
Con il Decreto Infrastrutture 2025 arriva l’attesa svolta: anche gli architetti potranno richiedere un’anticipazione fino al 10% del contratto, garantendo liquidità immediata.
Il recente Decreto Infrastrutture (DL 73/2025), ora all’esame del Senato, introduce un’importante novità per i servizi tecnici: per la prima volta ingegneri e architetti vedono ammessa, nei documenti di gara, un’anticipazione contrattuale fino al 10% del valore del contratto.
In precedenza, l’anticipazione era riservata esclusivamente alle imprese: il 20%, estendibile fino al 30%, come garanzia sulle spese iniziali dei lavori pubblici.
Questa novità è stata introdotta tramite un emendamento approvato dalle commissioni Ambiente e Trasporti alla Camera il 10 luglio 2025, con l’intento di rimuovere un evidente gap normativo che penalizzava professionisti e studi tecnici.
Quali sono le caratteristiche e novità introdotte dal DL 73/2025
La misura, tuttavia, porta con sé limiti operativi:
- La soglia massima è fissata al 10%, nettamente inferiore a quella prevista per le imprese;
- L’anticipazione deve obbligatoriamente essere prevista nei capitolati e nel quadro economico dell’affidamento;
Sebbene il testo non specifichi tempi certi per il pagamento, si presume valido il termine di 15 giorni dall’avvio della prestazione, in linea con le norme generali previste per i lavori.
Altre novità del DL 73/2025
La portata del decreto non si limita all’anticipazione. Tra le altre novità vi sono l’adozione diretta dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) negli appalti di ristrutturazione (senza la necessità di decreti attuativi) e strumenti volti a sburocratizzare le gare nei casi di somma urgenza, oltre al rafforzamento dell’revisione prezzi post-2025.
Nel territorio, l’impatto si sta già percependo: il Comune di Perugia ha presentato un ordine del giorno per inserire la previsione del 10% di anticipo nei bandi locali, riconoscendo il valore strategico nei confronti dei professionisti emergenti.
Cosa cambia davvero per i professionisti?
- Maggior liquidità iniziale, utile per sostenere spese come polizze, fideiussioni, personale tecnico;
- Livello di rischio ridotto per chi accetta appalti, in particolare per studi piccoli o individuali;
- Stabilità economica in fase di avvio del progetto pubblico.
La palla passa ora al Senato, che dovrà confermare questi emendamenti affinché diventino operativi, contribuendo così a rilanciare il ruolo delle professioni tecniche nei processi infrastrutturali.
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