Migrant Garden, inaugurata la mostra internazionale di architettura
Grande successo per l'apertura della mostra internazionale di architettura del progetto Migrant Garden
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Grande successo per l’apertura della mostra internazionale di architettura del progetto Migrant Garden – Untouchable Landscapes tenutasi il 19 giugno scorso a Piacenza presso la sede del Politecnico di Milano.
Il progetto, che vede il suo apice appunto nella mostra internazionale di architettura apertasi a Piacenzanei giorni scorsi, è stato realizzato grazie al contributo da un gruppo di studenti del Politecnico di Milano.
Ma quale è il motivo del progetto e quindi della parallela mostra internazionale di architettura ?
Il progetto nasce con lo scopo di promuovere una cultura architettonica attenta ai temi del paesaggio e della protezione delle specie volatili a rischio d’estinzione dell’area del Po. A sostegno dell’iniziativa e per esprimere il loro manifesto d’architettura, 40 degli architetti e designer più influenti al mondo, da Marcio Kogan, Nieto Sobejano, allo studio MVRDV e Michele De Lucchi, che tra gli altri firma alcuni dei padiglioni Italia dell’Expo 2015, hanno esposto le loro opere esclusive.
A introduzione della mostra internazionale di architettura si è tenuta la conferenza stampa Architectural Zoo con lo scopo di favorire il dibattito sui temi della contemporaneità del manifesto architettonico e sul ruolo dell’Architettura nei giorni d’oggi grazie alla partecipazione del Chairman Daniel Tudor Munteanu, giovane architetto rumeno e curatore del blog Of Houses, e di alcuni studi di architettura che hanno preso parte al progetto come:
BUREAU A, giovane studio di architettura e progettazione del paesaggio, scenografia e installazioni, con base in Svizzera fondato nel 2012 da Leopold Banchini e Daniel Zamarbide
Fosbury Architecture, giovane collettivo di ricerca architettonica di Milano
Fala Atelier, studio di architettura con sede a Porto, guidato da Filipe Magalhães, Ana Luisa Soares e Ahmed Belkhodja.
Un progetto made in Italy ma dal grande appeal internazionale, rappresentato alla perfezione dalle parole di Mio Tsuneyama e Fuminori Nousaku, due architetti giapponesi che aderendo all’iniziativa sostengono il loro interesse per quella rete che intreccia l’umano e il non umano con particolare riguardo all’ecologia.