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Ecosistema a Rischio…da Legambiente il Rapporto sul …

“Un solo centro e una sola periferia”, questa in estrema sintesi la strategia di #italiasicura nell'intervento di Mauro Grassi alla presentazione del rapporto di Legambiente “ecosistema rischio”

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“Un solo centro e una sola periferia”, questa in estrema sintesi la strategia di #italiasicura nell’intervento di Mauro Grassi alla presentazione del rapporto di Legambiente “ecosistema rischio” tenutasi nei giorni scorsi a Roma, nella sede dell’Anci.

“Il fatto che negli ultimi 10 anni nel 10% dei comuni italiani si è continuato ad urbanizzare come ha documentato l’indagine di Legambiente” ha detto Mauro Grassi “è la prova che ancora c’è molto lavoro da fare per raggiungere la crescita culturale necessaria al nostro paese per avere la consapevolezza che la migliore azione di prevenzione del rischio idrogeologico è l’evitare di costruire dove c’è la possibilità che quel territorio possa essere inondato da un’alluvione o sepolto da una frana. Ben venga, quindi, la legge sulla tutela del suolo in modo da ridurne al massimo il consumo”.

“Un solo centro e una sola periferia” ha spiegato Grassi “significa puntare ad una maggiore efficienza di sistema che passa attraverso il massimo coordinamento delle iniziative dirette alla riduzione del rischio idrogeologico. Coordinamento che a livello centrale c’è ed è sotto gli occhi di tutti per il lavoro condiviso che noi, Ministero dell’ambiente, Ministero infrastrutture, Dipartimento e Agenzia per la coesione, protezione civile nazionale, Ispra e autorità di bacino abbiamo realizzato e che ha trovato la sua migliore sintesi nel piano città metropolitane. Un obiettivo che deve essere trasposto anche sul territorio dove grazia al al lavoro dei presidenti di Regione, commissari di governo, insieme a comuni e altri enti e soggetti territoriali si deve riuscire a fare fronte comune nelle politiche per la riduzione del rischio idrogeologico”.

 

“Non è possibile che ancora oggi” ha continuato Grassi “ci siano comuni che pensano di poter effettuare lavori per la gestione di un fiume che passa nel territorio di loro competenza, senza pensare alle conseguenze che quell’opera ha nelle zone più a valle o anche più a monte. E’ indispensabile avere dei riferimenti tecnici capaci di stabilire la bontà dell’intervento nel complesso delle iniziative mirate ad evitare che un fiume rappresenti un rischio e non una risorsa come dovrebbe essere. E’  per questo che dobbiamo dare centralità alla definizione delle strategie d’intervento e la stessa centralità – ha concluso Grassi – deve esserci sul territorio, iniziando dalla capacità di rispettare le decisioni delle autorità di distretto e di Ispra come indispensabili interlocutori tecnici sul tema del dissesto idrogeologico”.

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